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Un atto d’amore – “Leggere Lolita a Teheran”, di Azar Nafisi

Leggere Lolita a TeheranLeggere Lolita a Teheran è un libro dai tanti volti. E’ prima di tutto il racconto (vero) della vita dell’autrice, Azar Nafisi, professoressa di Letteratura inglese all’università di Teheran negli anni della Rivoluzione islamica. E’ la cronaca lucida di vent’anni di storia iraniana e della quotidianità di chi ha vissuto il regime, a volte provando a contrastarlo. E’ il diario nostalgico e dolce di una donna forte che ricorda la vita che ha lasciato nella terra natia: le speranze, le amicizie, le battaglie. Ma in realtà il libro è sopra ogni altra cosa un atto d’amore verso la letteratura, il più totale, convincente e sincero che mi sia mai capitato tra le mani.

Iniziando a leggere, naturalmente, non mi aspettavo nulla di tutto questo. Il titolo richiama il capolavoro di Vladimir Nabokov, Lolita. Il romanzo del russo, edito nel 1955, racconta dell’insegnante di mezza età Humbert Humbert che perde la testa per la dodicenne Dolores (Lolita) al punto che sposa la madre vedova e ne causa poi la morte, così da restare solo con la ragazzina e farne la propria amante per anni, in un lungo viaggio senza meta attraverso gli Stati Uniti. Il tutto raccontato dallo stesso Humbert, voce narrante quanto mai destabilizzante e ingannevole. Il risultato è un romanzo eccezionale; affascinante e inquietante. A questo punto, lo ammetto, mi sentivo già autorizzata a immaginare e capire: Leggere Lolita a Teheran, che gesto scandaloso, che metafora rivoluzionaria delle vita di regime! Ma mi sbagliavo. Nafisi stessa, fin dalle primissime pagine, demolisce qualunque interpretazione così riduttiva: «Ci tengo a ripetere ancora una volta che noi non eravamo Lolita, l’ayatollah non era Humbert e l’Iran non era quello che Humbert chiama il suo principato sul mare. Il romanzo non è una critica alla Repubblica islamica, ma una denuncia dell’essenza stessa di ogni totalitarismo» (corsivo dell’autrice). Il romanzo è molto più complesso. La storia ha molti più strati. Come tutte le storie ben riuscite che raccontano la vita e l’uomo, d’altronde.

L’episodio centrale di Leggere Lolita a Teheran avviene nel 1995. Azar Nafisi dal 1979 è professoressa di Letteratura inglese all’Università di Teheran, dove insegna per diciotto anni (ma per sei anni viene espulsa perché si rifiuta di indossare il velo). Nelle sue lezioni affronta i classici della letteratura, ovvero le terribili manifestazioni del «Grande Satana» occidentale, attirando così le attenzioni e le critiche del regime. Nel 1995 quindi decide di licenziarsi, ma non chiude le porte alla letteratura e all’insegnamento. Seleziona le sue migliori studentesse e le invita a casa sua ogni giovedì mattina per leggere, capire e commentare insieme alcune delle opere censurate dal regime: Lolita, certo, ma anche Madame Bovary, Il grande Gatsby,  Orgoglio e pregiudizio, Daisy Miller, Le mille e una notte. L’esperimento durerà fino al 1997, quando Nafisi sceglie di emigrare negli Stati Uniti dove tuttora vive e insegna. Le donne finiscono per vivere una doppia esistenza: il mondo della finzione letteraria nella quale sembrano rifugiarsi ma che, tuttavia, le tiene in vita; e quello del regime che le attende fuori dal salotto della professoressa, in cui devono indossare il chador, non possono truccarsi, ridere, stringere la mano ad un uomo, mangiare determinati cibi, leggere certe riviste. La lista dei piaceri proibiti, semplici e banali, è lunga. Attorno alla storia  del “club del libro” ruota il resto del romanzo, un susseguirsi di episodi, riflessioni, excursus letterari: gli anni di insegnamento universitario, gli eventi storici fondamentali, le ansie e le fragilità delle protagoniste. Sfaccettature diverse di una stessa vita che si fondono alla perfezione, scorrono fluide pagine dopo pagina. Nafisi non risparmia nulla: si racconta nei momenti di paura, di dolore, di sconforto, di rabbia. L’intimità che si crea con il lettore è forte e l’autrice ne è consapevole, tanto che a volte si rivolge direttamente a lui chiedendosi se davvero riesce a immaginarla nel salotto illuminato dal sole con “le sue ragazze”:  «Ho bisogno che anche tu, lettore, cerchi di pensare a noi, perché altrimenti non potremo esistere davvero. Contro la tirannia del tempo e della politica, cerca di immaginarci come a volte neanche noi osavamo fare: nei momenti più riservati e intimi, nelle più straordinariamente normali circostanze della vita, mentre ascoltiamo un po’ di musica, ci innamoriamo, camminiamo per strade ombrose, o leggiamo Lolita a Teheran». Basta questa frase – un concetto in realtà ribadito più volte nel testo – a far intuire la posizione e il senso che Lolita assume per Nafisi e le sue studentesse, così come qualunque altro romanzo o piacere proibito.

Leggere Lolita a Teheran mi ha commossa. Mi ha commossa la straordinaria sincerità dell’autrice, la violenza inconsapevole della Storia che trascina le piccole storie di tutti noi. Ho amato, però, soprattutto la vocazione di Azar Nafisi all’insegnamento e il suo amore smisurato per la Letteratura, vera forza e fil rouge del romanzo. Avete presente quel professore –ce n’è sempre uno – davvero capace di trasmettere la passione per la lettura e la cultura, quello che sa rendere un romanzo vicino alle nostre vite, finalmente immortale, annullando il tempo e la distanza? Leggere questo libro sarà come ritrovarlo.

 

Chiara Beretta

3 thoughts on “Un atto d’amore – “Leggere Lolita a Teheran”, di Azar Nafisi

  1. Se ti piacciono i libri commoventi, ti straconsiglio “Il ballo tondo” di Carmine Abate. E’ un libro che scalda il cuore, che ti fa sentire una persona migliore.
    Visto che condividiamo il piacere della lettura, spero che questo mio post ti dia degli ulteriori spunti per le tue letture future: http://wwayne.wordpress.com/2013/04/27/la-fine-di-un-era/. Ho scritto altri 2 post a tematica letteraria, ma questo é quello che mi é venuto meglio. : )

    • Ciao, grazie del consiglio! Davvero un bel post e soprattutto bella lista di libri: ne conosco pochissimi ma ho già visto qualche titolo che mi incuriosisce parecchio…

      • Mi fa piacere che tu ne conoscessi pochissimi, perché nel mio blog cerco di dare spazio soprattutto a libri e film che hanno avuto meno successo di quanto meritassero, e sapere che c’é qualcuno che li scopre grazie a te é sempre una grande soddisfazione. Grazie a te per i complimenti e per la risposta! : )

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